Menisco, Legamenti, Traumi e Distorsioni sono tra le più comuni problematiche dal rientro da una vacanza sulla neve.
Consigli e dettagli per tornare in forma.
Temibili soprattutto nello sci e snow-board le distorsioni al ginocchio possono portare a una lesione meniscale e legamentosa. Mentre un forte trauma e una contusione possono ridurre la mobilità generale della colonna (cervicale e lombare) e del bacino (sacro e coccige).
Una volta la tendenza era quella di asportare subito la piccola formazione di cartilagine. Invece è preferibile evitarlo perché presto arrivano problemi e si va verso l’artrosi. Meglio seguire altre strategie terapeutiche
Infortunio al Menisco
Stagione di sci e, di conseguenza, di menischi infortunati. Il menisco è una cartilagine che ha la funzione di accoppiatore meccanico. Un elemento di sezione triangolare che si interpone tra tibia e femore e che permette di smorzare e distribuire il peso dello sciatore e assorbire le sollecitazioni meccaniche. Dopo la lesione meniscale possono esserci due tipi di indicazione, una chirurgica e una conservativa.
i casi clinici di infortunio al menisco, considerando l’individualità dei soggetti, generalmente hanno una prognosi di rientro nelle attività agonistiche favorevole senza effetti collaterali.
Comunque, nel postoperatorio, un ritorno all’attività fisica non può prescindere da una corretta e immediata riabilitazione.
Il recupero deve avvenire attraverso diverse tecniche che il fisioterapista eseguirà con e sul paziente:
Rinforzo muscolare degli arti inferiori, esercizi di propriocettivà per migliorare la stabilità, eventuale Tecar-terapia per ridurre eventuali processi infiammatori ancora in atto.
Dopo un intervento chirurgico al menisco i tempi di recupero si aggirano intorno ad un mese.
Per accelerare ulteriormente i tempi di recupero, è consigliata una ginnastica pre-operatoria di rinforzo muscolare.
Lesione ai Legamenti
Come una corda formata dall’intreccio di tante fibre che si sfilaccia poco a poco, anche i legamenti, se sottoposti a tensioni eccessive, dapprima si stirano, poi si strappano poco a poco fino alla rottura completa.
L’entità della lesione è ovviamente proporzionale a quella del trauma e può essere classificata in tre stadi di gravità:
Nella Lesione di I grado all’interno del legamento solo una piccolissima parte di fibre viene lesionata. Si tratta di lesioni microscopiche che nella stragrande maggioranza dei casi non interferiscono con la normale stabilità dell’articolazione.
Nella Lesione di II grado le fibre strappate sono molte di più e possono rimanere sotto il 50% del totale (lesione di II grado lieve) o superarlo (lesione di II grado grave). Maggiori saranno le fibre di collagene lesionate e maggiore sarà il grado di instabilità dell’articolazione.
Infine, la Lesione di III grado si assiste alla rottura completa del legamento che può avvenire nella zona centrale con separazione dei due monconi o a livello dell’inserzione legamentosa nell’osso. In quest’ultimo caso può verificarsi anche un distacco del frammento osseo al quale il legamento è ancorato.
TRATTAMENTO E GUARIGIONE: fortunatamente i legamenti sono abbastanza vascolarizzati e come tali hanno una discreta capacità riparativa. In prossimità della lesione si sviluppano inizialmente delle cellule infiammatorie che rimuovono i tessuti morti preparando il legamento alla guarigione. Successivamente, grazie ad un aumentato afflusso locale di sangue, viene sintetizzato un tessuto di riparazione che ha però bisogno di molti mesi per consolidarsi ed acquisire una resistenza ottimale. In genere dopo un paio di settimane/3 mesi, in relazione all’entità della lesione, questo tessuto acquisisce una resistenza tale da consentire la ripresa degli esercizi di potenziamento locale.
In caso di lesione legamentosa la riabilitazione è estremamente importante. Applicando opportune sollecitazioni meccaniche ai legamenti si promuove infatti il corretto allineamento delle nuove fibre di collagene (le nuove fibrille, per offrire la giusta resistenza, devono allinearsi il più possibile nella direzione lungo la quale vengono applicate le forze di trazione).
Gli esercizi di mobilizzazione precoce non dovranno comunque interferire con i processi di guarigione del legamento traumatizzato. Anche per questo motivo nelle fasi iniziali di recupero vengono spesso utilizzati dei tutori che proteggono l’articolazione limitandone la mobilità.
Una lesione ligamentosa richiede solitamente tempi di recupero piuttosto lunghi che vanno dalle 4-6 settimane per le lesioni moderate fino a 6 o più mesi per le rotture complete trattate con intervento chirurgico.
Traumi contusivi da caduta
Traumi molto frequenti nell’attività sulla neve,dalle contusioni alle fratture, che possono coinvolgere tutte le articolazioni del nostro corpo, dai polsi ai gomiti, dallo sterno alle costole, dalla cervicale al coccige.
Superata la fase acuta l’intervento dell’osteopata può essere utile per riallineare e riequilibrare le strutture coinvolte prima che possano cronicizzare stati posturali scorretti.particolare attenzione alle distorsioni cervicali ai colpi di frusta e ai traumi sacro-coccigei dove il processo di cronicizzazione è più frequente e può lasciare strascichi nel lungo termine.
un consiglio può essere una accurata valutazione osteopatica sia in ambito strutturale che cranio sacrale.